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Adalberto è uomo stanco, disilluso, scontento, e vuole fuggire da questo mondo, da questa società che non comprende. Una società di cui fa parte, ma che non approva, una società che avverte quasi come un nemico. E allora sogna l'eremo, sogna una baita tutta per sé. Su, in alto, una baita in cui rinchiudersi, in cui abbandonare ogni cattiveria e ogni egoismo. Grazie a circostanze articolarmente fortunate, Adalberto ottiene la sua sospirata solitudine e ora attende solo quel po' di serenità cui aspira da sempre. Durante una violenta tormenta di neve, alla porta si ode l'imprevedibile bussare di una mano. È la mano di Tiziana.